Appare oggi sempre più evidente che solo attraverso una diagnosi precoce sarà possibile nei prossimi anni riuscire a migliorare la terapia e la cura dei tumori ovarici. I tentativi fatti in questi anni utilizzando i classici strumenti a disposizione, come l’ecografia transvaginale o il dosaggio nel plasma del CA-125, non hanno portato ad alcun risultato e la diagnosi precoce del tumore ovarico resta ancora un miraggio.

Nel mese di settembre sulla rivista americana Clinical Cancer Research è stato pubblicato un lavoro scientifico che attraverso l’analisi nel plasma dei profili di metilazione del DNA cerca di differenziare a livello preoperatorio le masse pelviche benigne da quelle potenzialmente maligne, assegnando a ogni paziente nello studio un rischio di sviluppare un tumore. È interessante sottolineare che il test messo a punto dai ricercatori, detto OvaPrint, ha delle caratteristiche migliori rispetto ai test convenzionali: presenta infatti il 91% di accuratezza, una capacità del 95% di riconoscere correttamente i casi veri positivi (PPV – Positive predictive value) e dell’88% di riconoscere correttamente i veri negativi (NPV – Negative Predictive Value).

Cosa dice il lavoro?

Il lavoro presenta i risultati dello sviluppo del test per la biopsia liquida, chiamato appunto OvaPrint, progettato per analizzare nel plasma il profilo di metilazione del DNA circolante. Il test OvaPrint mira a identificare regioni del DNA metilate in modo diverso tra il plasma delle pazienti con tumore ovarico e quelle senza malattia oncologica per discriminare le masse pelviche benigne da quelle maligne, dimostrando anche la sua potenziale utilità clinica nello screening.

Che cosa è la metilazione del DNA?

La metilazione del DNA è un processo fisiologico che coinvolge l’aggiunta di gruppi metile (-CH3) al DNA, influenzando l’espressione genica e la regolazione dei geni. La metilazione del DNA nei tumori può avere un impatto significativo sullo sviluppo, la progressione e la patogenesi del cancro. Nei tumori si verificano due principali tipi di modifiche nella metilazione del DNA. L’ipo-metilazione si riferisce a una riduzione dei gruppi metile sul DNA, che può portare all’instabilità genomica e alla riattivazione di elementi genetici normalmente soppressi. D’altra parte, l’iper-metilazione implica l’aggiunta eccessiva di gruppi metile, in genere nei siti di promotori di geni, portando alla soppressione dell’espressione genica dei geni normalmente attivi, inclusi geni soppressori tumorali che regolano la crescita cellulare. Questo può contribuire all’insorgenza e alla progressione del cancro. Alcuni studi fatti in diverse neoplasie hanno dimostrato negli ultimi anni che la metilazione del DNA è un potenziale biomarcatore per la diagnosi precoce del cancro, la prognosi e per predire la risposta al trattamento. In sintesi, la metilazione del DNA nei tumori è un importante campo di ricerca in oncologia che ha implicazioni significative nella diagnosi, prognosi e terapia del cancro. La comprensione di come queste modifiche epigenetiche influenzino il cancro è fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie di diagnosi e trattamento.

Quali sono le caratteristiche del lavoro?

In breve, il lavoro parte dalla identificazione di 1.677 regioni del DNA che sono diversamente metilate tra i tessuti tumorali e quelli sani. Queste regioni rappresentano una firma molecolare unica. Il test OvaPrint è stato sviluppato per catturare nel plasma il DNA di queste 1.677 regioni differenzialmente metilate. Sulla base dei dati di metilazione del DNA, è stata sviluppata una classificazione del rischio che può distinguere le pazienti con tumore ovarico da quelle con patologia benigna.

Potenziale utilità del test OvaPrint

I risultati indicano che il test OvaPrint potrebbe avere un’utilità nella valutazione del rischio per il cancro ovarico suggerendo un possibile futuro utilizzo per lo screening in donne asintomatiche. Il lavoro mostra che il test OvaPrint ha dimostrato buone capacità di classificazione del rischio in pazienti con tumore ovarico sieroso di alto grado (HGSOC – High-Grade Serous Ovarian Cancer) e potrebbe avere un ruolo importante nella diagnosi e nella valutazione del rischio per il cancro ovarico. Tuttavia, ulteriori ricerche e validazioni sono necessarie per confermare la sua efficacia e utilità clinica.

 

Sergio Marchini

Head, Molecular Pharmacology Lab

IRCCS, Humanitas Research Hospital, Milano

 

Per saperne di più:

Buckley DN, Lewinger JP, Gooden G, et al. OvaPrint™ – a cell-free DNA methylation liquid biopsy for the risk assessment of high-grade serous ovarian cancer [published online ahead of print, 2023 Oct 9]. Clin Cancer Res. 2023;10.1158/1078-0432.CCR-23-1197. doi:10.1158/1078-0432.CCR-23-1197

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