Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti notevoli passi avanti, è ancora lunga la strada per poter affermare che tutti i dati emersi dagli studi clinici siano effettivamente disponibili, sia per chi del settore sia per cittadini e pazienti, di aver raggiunto cioè la “trasparenza” dei risultati ottenuti dalla ricerca.

Per quanto riguarda ad esempio gli studi sul tumore ovarico, circa un quarto dei risultati prodotti non vede la luce né sulla sezione dedicata del più importante database di studi clinici, ovvero ClinicalTrials.gov, né sulle riviste scientifiche. È quanto emerge dalla ricerca condotta dal “Laboratorio di Ricerca per il coinvolgimento dei cittadini in sanità” dell’IRCCS Istituto Mario Negri di Milano con il supporto della Fondazione Nerina Mattioli. Lo scopo principale di questo lavoro è stato quello di verificare la disponibilità pubblica e la qualità dei risultati degli studi clinici sul tumore ovarico registrati sul database ClinicalTrials.gov fino al 17 gennaio 2017.

Qual è stato il punto di partenza?
La mancanza di trasparenza dei risultati della ricerca è un problema che interessa più fronti, dai medici ai ricercatori, ai cittadini e/o pazienti, agli stessi editori di riviste scientifiche e molte sono ad oggi le iniziative promosse per incrementarla, istituzionali o pubbliche.
Tra le più recenti di carattere istituzionale troviamo il cosiddetto “Regolamento Finale” emanato nel settembre 2016 dal “Dipartimento di salute e servizi umani” americano, con l’obiettivo di rendere tutte le persone coinvolte negli studi clinici più responsabili nel fornire un numero minimo di dati e nell’assicurarne la qualità.
È invece di questi ultimi mesi l’annuncio della messa online del “Tracciatore di Trial” da parte della Food and Drug Administration Amendments Act, uno strumento messo a punto dall’Università di Oxford e in grado di identificare ogni studio clinico che non riporti i relativi risultati entro i tempi prestabili e di segnalare inoltre gli eventuali giorni di ritardo nel completamento delle informazioni. Lo strumento ora disponibile e pubblico nasce infatti basandosi sul fatto che i dati della ricerca clinica debbano di fatto essere resi accessibili a tutti, soprattutto ai pazienti che hanno preso parte agli studi e ai loro familiari.
Riportare i risultati però non basta, è fondamentale indicarli correttamente, senza alterazioni od omissioni dei dati più scomodi e, per un contesto clinico di bassa incidenza e quindi di limitata ricerca come quello del tumore ovarico, avere dati di buona qualità è oltremodo fondamentale.

Un po’ di metodo…
Attraverso le parole chiave “ovarian cancer” (cancro ovarico) sono stati recuperati sul sito di ClinicalTrials.gov un totale di 2.725 studi, scesi a 752 dopo l’eliminazione di quelli che non rientravano nei criteri di inclusione. Per verificare l’effettiva pubblicazione sulle riviste è stata poi applicata una strategia di ricerca prestabilita per ogni studio considerato sui principali database di raccolta di tutte le pubblicazioni scientifiche, PubMed ed Embase, e sul sito Google Scholar, anch’esso di carattere scientifico.

Quali sono i principali risultati ottenuti dalla ricerca?
La frequenza di pubblicazione dei risultati in ClinicalTrials.gov per gli studi portati a termine tra il 2008 e 2015 è di circa il 35% mentre raddoppia nelle riviste scientifiche raggiungendo il 70%. Solamente 110 studi su un totale di 376 (29%) presentano i risultati sia in ClinicalTrials.gov sia nelle riviste, mentre 94 (25%) in nessuna delle due fonti.

Considerando poi gli obiettivi principali dichiarati al momento della registrazione in ClinicalTrials.gov e quelli pubblicati, se ne ha corrispondenza solo nel 52% dei casi mentre è circa del 40% per quelli secondari, dato complessivamente indipendente dalla “qualità” della rivista e dal fatto che sia finanziato da industrie o condotto da enti senza condizionamenti.

Riassumendo…
Benché sia ampiamente condivisa la necessità di implementare la trasparenza dei risultati della ricerca rendendoli disponibili non solo a chi del settore ma anche a cittadini o pazienti, questa è stata, a nostro avviso, la prima indagine di approfondimento relativa agli studi sul tumore ovarico. È stato dunque evidenziato come i risultati di circa un quarto degli studi analizzati siano ancora tenuti nel cassetto mentre per quelli che li riportano, considerando i dati dichiarati in fase di registrazione e quelli pubblicati negli articoli scientifici, notevoli sono le discrepanze nell’inserimento degli obiettivi, sia primari che secondari.

È perciò necessaria un’azione di concerto tra ricercatori, editori e agenzie regolatorie quali l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Agenzia Europea dei Medicinali e la Food and Drug Administration americana al fine di incrementare la trasparenza dei dati delle ricerche oltre che l’accuratezza e la modalità nel renderli pubblici.

Anna Roberto, Silvia Radrezza, Paola Mosconi
Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità
Dipartimento di Salute Pubblica
IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

Referenze
Roberto A, Radrezza S, Mosconi P Transparency in ovarian cancer clinical trial results: ClinicalTrials.gov versus PubMed, Embase and Google Scholar, Journal of Ovarian Research (2018) https://doi.org/10.1186/s13048-018-0404-1.

FDA “Tracciatore di Trial” http://fdaaa.trialstracker.net/

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