La ricerca farmacologica ha compiuto in questi anni degli enormi passi in avanti ampliando notevolmente l’attuale armamentario terapeutico. Molte di queste molecole sono comunemente note con il termine di “farmaci targhettati” (dall’inglese targeted therapies) perché interferiscono principalmente con la lesione genetica responsabile della trasformazione neoplastica del tumore e quindi della sua malignità.  Ad esempio i farmaci noti come PARPi sono attivi in quelle pazienti che hanno mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 o più in generale che hanno difetti nei sistemi di riparazione del DNA (HRD mutate). Altri farmaci invece, come gli inibitori di PD1/PDL-1, sono in grado di “riaccendere” il sistema immunitario, permettendo alle cellule del nostro sistema di difesa di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

Nonostante abbiamo oggi a disposizione un enorme batteria di molecole, il loro uso è ancora largamente empirico perché, come nel caso dei tumori dell’ovaio sieroso ad alto grado, ben poco sappiamo delle lesioni genetiche che guidano e sostengono la progressione tumorale e la ricomparsa della malattia dopo una iniziale risposta positiva. Una grossa percentuali di pazienti non riceve il trattamento mirato alla precisa lesione genetica.

Sull’ultimo numero della rivista Cancer Discovery un gruppo di ricercatori americano ha pubblicato un importante ricerca scientifica che apre la strada allo sviluppo di nuove possibilità terapeutiche.

 

Gli organoidi: una nuova piattaforma per lo studio dei farmaci

Il primo grande problema per migliorare la terapia dei tumori ovarici è quello di avere dei modelli che riassumano correttamente le caratteristiche molecolari del tumore ovarico e in particolar modo del sieroso ad alto grado. In questo lavoro, i ricercatori hanno sviluppato dei modelli di organoidi con precise caratteristiche genomiche, originate dalle cellule delle fimbrie di topo.

 

Cosa sono gli organoidi?

In modo molto semplice, gli organoidi sono una versione semplificata in vitro di un organo, in questo caso di un tumore sieroso ad alto grado in cui ci sono sia cellule tumorali che cellule del microambiente tumorale. Questi organoidi sono stati ottenuti mediante tecniche di ingegneria genetica in cui sono stati sviluppati dei tumori dalle tube dei topi e sono caratterizzati da precise alterazioni genetiche tipiche dei tumori sierosi ad alto grado.

 

Che vantaggio hanno?

Gli organoidi, essendo fatti sia da cellule tumorali che da cellule “normali” hanno il grande vantaggio di riassumere in modo completo le caratteristiche di crescita e di sviluppo del tumore e quindi sono oggi il modello più affidabile per poter testare in vitro nuovi farmaci e capire realmente quali siano le lesioni genetiche che possono fungere da bersaglio molecolare per pianificare nuove terapie. Danno inoltre informazioni importanti sul microambiente tumorale e il suo contributo alla crescita e proliferazione del tumore.

Questo lavoro è solo l’ultimo di una serie di lavori scientifici che testimoniano come il progresso della ricerca biomedica si muova attraverso il contributo di più professionalità, dove i risultati della ricerca preclinica, generati con i modelli in vitro e in vivo, si integrano e sono di supporto ai dati degli studi clinici. Solo agendo contemporaneamente su più fronti saremo in grado di migliorare la terapia e la cura dei pazienti.

Sergio Marchini
Dipartimento di Oncologia
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Per saperne di più

Zhang S, Iyer S, Ran H, Dolgalev I, Gu S, Wei W, Foster CJR, Loomis CA, Olvera N, Dao F, Levine DA, Weinberg RA, Neel BG. Genetically Defined, Syngeneic Organoid Platform for Developing Combination Therapies for Ovarian Cancer. Cancer Discov. 2020 Nov 6:CD-20-0455. doi: 10.1158/2159-8290.CD-20-0455.

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