Organizzato finalmente in presenza nella splendida Camogli, si è svolto nei giorni 24 e 25 novembre il corso di Ginecologia Oncologica intitolato: “Highlights in Ginecologia Oncologica: l’impatto delle innovazioni tecnologiche nella pratica clinica”. Da oltre 40 anni (il primo corso è stato inaugurato a Santa Margerita Ligure nel lontano 1981 dal Prof. Umberto Bianchi e dal compianto Prof. Costantino Mangioni) vengono organizzati in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Medicina, con scadenza biennale, dei corsi di aggiornamento sulla ginecologia oncologica. Una elite di esperti nazionali ed internazionali si riuniscono per due giorni per una discussione critica sulle novità in campo clinico, chirurgico e scientifico che riguardano la ginecologia oncologica, sviluppare attraverso una discussione multidisciplinare, un approfondimento delle varie tematiche e contribuire alla formazione di giovani medici e biologi che hanno deciso di seguire questo percorso professionale e che hanno voglia di conoscere e partecipare alla discussione.

Un particolare attenzione è sempre stata rivolta alle innovazioni tecnologiche che da sempre hanno caratterizzato la storia della medicina e che soprattutto nel campo della ginecologica oncologica, hanno avuto in questi ultimi anni un impatto notevole nella pianificazione del percorso terapeutico delle pazienti con neoplasia ginecologica.

Il programma, molto denso, si è articolato su 4 sessioni principali: che riguardavano i fattori prognostici e predittivi, la diagnostica e la terapia, i modelli organizzativi e gestionali e infine la definizione dei livelli di evidenza e criticità degli attuali algoritmi decisionali.

Riassumiamo alcuni punti che riguardano principalmente il primo tema, quello dei fattori prognostici e predittivi.

  1. Nonostante l’evoluzione delle tecniche di biologia molecolare e il ruolo sempre più preponderante che i dati genomici stanno avendo nella diagnosi dei tumori ovarici, in virtù della loro complessità ed eterogeneità, non possiamo fare diagnosi corretta di una neoplasia oncologia senza l’informazione anatomo-patologica. Ancora oggi questo resta il primo ed imprescindibile livello di caratterizzazione e definizione della patologia per una sua corretta diagnosi e prognosi.
  2. La diagnosi precoce resta oggi l’obiettivo primario della ricerca traslazionale. Prima identifichiamo la neoplasia e più semplice sarà curarla. La scoperta che nel Pap-test è possibile riscontrare tracce di DNA tumorale anni prima della diagnosi di malattia rende questa una strada affascinante di ricerca in cui tutti i clinici italiani sono sollecitati a partecipare.
  3. La biopsia liquida, cioè la ricerca di DNA tumorale nel sangue delle pazienti, rappresenta un nuovo strumento per anticipare la diagnosi di recidiva e riuscire per la prima volta ad avere informazioni molecolari sulle caratteristiche della malattia che sta recidivando.
  4. Per poter utilizzare correttamente in prima linea i PARPi (una nuova classe di farmaci che stanno avendo un impatto notevole nella pratica clinica dei tumori sierosi ad alto grado) è importante avere informazioni sullo stato di funzionale del sistema di riparazione omologa del DNA, noto con il termine di HR. Pazienti con difetti in questo sistema (definiti HRD) sono eleggibili per questa terapia e rispondono molto bene a questa classe di farmaci. L’HRD è un nuovo biomarcatore estremamente importante nella pratica clinica che, attualmente è stato sviluppato solo da due ditte commerciali americane con prezzi inaccessibili per i singoli individui e anche per il Servizio Sanitario Nazionale. Per poter interpretare correttamente i risultati e fornire a tutte le pazienti l’accesso a questo test, è fondamentale che i medici ne comprendano potenzialità e limiti. Il mondo accademico si è attivato per sviluppare dei test alternativi, ugualmente performanti che possano essere forniti indiscriminatamente a tutte le pazienti. Un test italiano è già in fase di sperimentazione clinica con risultati soddisfacenti.

A margine dei lavori del convegno, è stato consegnato un premio alla carriera quale riconoscimento scientifico per il lavoro svolto e al Prof. Bianchi e alla memoria del compianto Prof. Costantino Mangioni.

 

Sergio Marchini

Head, Molecular Pharmacology Lab

IRCCS, Humanitas Research Hospital, Milano

 

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