I progressi della medicina e della tecnologia hanno aumentato le aspettative di vita non solo per la popolazione generale, ma anche per le persone affette da tumore che, se diagnosticato in tempo e trattato con successo può consentire un’aspettativa di vita di molti anni. Attualmente, un ottavo delle persone con tumore vive in Europa, popolazione che cresce mediamente di 3.7 milioni di persone all’anno.

Sintomi secondari della patologia tumorale

Durante la loro vita, le persone con diagnosi di tumore possono sviluppare diversi sintomi – legati a stress, ansia, dolore e depressione – i quali impattano in maniera negativa sulla loro salute fisica e psicologica, quindi sulla loro qualità della vita. È noto che una bassa qualità della vita e un cattivo stato di salute correlino negativamente anche con la mortalità delle persone, riducendone esponenzialmente le aspettative di sopravvivenza rispetto a pazienti con migliore qualità della vita e stato di salute.

La musicoterapia: che cosa è?

Tra i vari interventi che consentono una migliore gestione dei sintomi somatici e psicosociali vi è la musicoterapia. La musicoterapia è definita come l’uso clinico e basato sull’evidenza di interventi musicali per raggiungere obiettivi personalizzati all’interno di una relazione terapeutica da parte di un professionista accreditato e che ha completato un programma di musicoterapia. Questa tecnica può essere impiegata per raggiungere una varietà di obiettivi sanitari ed educativi, quali promozione del benessere personale, gestione dello stress, alleviamento del dolore, espressione dei sentimenti, miglioramento della memoria, miglioramento della comunicazione e promozione della riabilitazione fisica. Questo tipo di intervento può essere complementare ai trattamenti farmacologici nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti oncologici.

Tanti studi, ma che ci dicono?

La meta-analisi di Sheikh-Wu e colleghi considera un totale di 29 lavori scientifici, includendo studi clinici randomizzati, non randomizzati e a braccio singolo in cui veniva somministrata musicoterapia in pazienti oncologici adulti, e in cui si valutava come questo intervento agisse sulla loro qualità della vita in termini di ansia, stress e depressione. Nella meta-analisi è stato considerato un totale di 3.162 pazienti oncologici, di cui il 71% donne, la maggior parte delle quali (88%) con tumore ginecologico o al seno, trattate con chemioterapia e/o operazione chirurgica.

Da questa complessa analisi emerge che la musicoterapia è in grado di mitigare i sintomi di ansia, stress e depressione, migliorandone la qualità della vita e aumentandone la resilienza. Nello specifico, però, è emerso che affinché questo trattamento abbia un effetto significativo, deve essere fornito in un ambiente clinico e da professionisti (e non autosomministrato dalla persona con tumore), in modo che l’ascolto della musica sia passivo (non ci sia cioè alcuna elaborazione cognitiva del testo e di eventuali ricordi e/o emozioni legati alla canzone) e con delle cuffie auricolari. La musicoterapia deve essere somministrata per almeno 35 minuti a seduta, per almeno tre volte a settimana e per almeno due mesi consecutivi.

Questa analisi è andata ancora più a fondo: ad avere questo effetto positivo su stress, ansia, depressione e qualità della vita è l’ascolto – con le sopramenzionate modalità – specificatamente di musica folk e della cosiddetta “mixed-music”, cioè un tipo di musica che combina fonti sonore acustico-strumentali ed elettroniche. A sortire l’effetto opposto, peggiorando i sintomi di stress, ansia e depressione, è invece la cosiddetta musica “new-age”, un genere musicale che enfatizza la tranquillità e il relax, tipicamente composta da musica strumentale (senza voce o senza parole) e che può coinvolgere strumenti acustici, sintetizzatori elettrici e persino suoni della natura registrati.

Limiti delle evidenze disponibili e futuro della ricerca

Nonostante questi risultati incoraggianti, vale la pena evidenziare alcuni limiti degli studi che sono stati finora condotti e che sono emersi dalla meta-analisi di Sheikh e colleghi, al fine di poter impostare in futuro una ricerca che sia più rigorosa e che produca dei risultati più accurati e generalizzabili.

Innanzitutto c’è bisogno di più rigore metodologico nel definire le modalità di somministrazione e la tipologia di musica somministrata, così come c’è bisogno di estendere questi studi su popolazioni oncologiche più ampie (non solo donne con tumori ginecologici o al seno). Manca la valutazione di questi pazienti al follow-up, quindi sarebbe molto interessante valutare il perdurare dell’effetto della musicoterapia nel tempo. Molto importante sarebbe valutare non solo la significatività statistica, ma anche quella clinica, che può essere un indicatore molto importante relativo alla validità di questa tecnica. Infine, sarebbe molto interessante che i futuri studi sull’impiego della musicoterapia indagassero la presenza di biomarker al fine di identificare variabili psicosociali o meccanismi psicologici comuni che possano emergere in seguito alla somministrazione di un trattamento di musicoterapia efficace.

 

Pasquale Paletta

Ricercatore, Laboratorio di Ricerca per il Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità

Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

 

Per saperne di più:

Sheikh-Wu SF, Kauffman MA, Anglade D, Shamsaldeen F, Ahn S, Downs CA. Effectiveness of different music interventions on managing symptoms in cancer survivors: A meta-analysis. Eur J Oncol Nurs. 2021 Jun;52:101968. doi: 10.1016/j.ejon.2021.101968.

Link https://www.musictherapy.org/

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